LE SACRE SCRITTURE

STUDIO DELLA BIBBIA, VECCHIO E NUOVO TESTAMENTO E PATRISTICA

venerdì 23 luglio 2010

Quando sono stati scritti i Vangeli?

Quando sono stati scritti i Vangeli?


Una domanda che di tanto in tanto viene posta dalla gente è: "Se il Nuovo Testamento è stato scritto così tanto tempo dopo la morte di Cristo, come potete avere tanta fiducia nella narrazione della Sua vita?"


Nel datare i vangeli, la tendenza di diversi critici è di collocarli dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme (anno 70 dopo Cristo). Spesso si sente affermare che il Nuovo Testamento non è altro che l'espressione dei credi delle prime chiese 50-80 anni dopo la morte di Gesù. Se così fosse, dovremmo constatare l'influenza del pensiero ellenistico sul messaggio del Nuovo Testamento. In realtà, le prove storiche indicano che i libri neotestamentari furono scritti poco tempo dopo la morte di Cristo.

Ad esempio, il libro degli Atti, in cui è registrata l'attività missionaria della chiesa primitiva, fu redatto da Luca, scrittore dell'omonimo vangelo. Il libro degli Atti termina con l'apostolo Paolo ancora vivente, a Roma.
Questo libro può allora essere stato scritto prima della morte di Paolo, dal momento che gli altri maggiori eventi della sua vita vi sono narrati. Alcune prove indicano che Paolo fu messo a morte durante la persecuzione voluta da Nerone nel 64 d.C., pertanto è probabile che il libro degli Atti sia stato scritto prima di quell'anno.

Il vangelo di Luca, essendo stato scritto prima del libro degli Atti, dallo stesso scrittore, dev'essere dunque stato composto tra la fine del 50 e l'inizio del 60 d.C.. La morte di Cristo ebbe luogo intorno all'anno 30 d.C., il che porta la data di composizione del vangelo di Luca al massimo entro 30 anni da quegli eventi.

La chiesa primitiva generalmente insegnava che i primi vangeli ad essere stati redatti erano quelli di Marco e di Matteo, il che ci porta ancora più vicini al tempo di Cristo. Questo ci induce a ritenere che i primi tre vangeli furono tutti composti nell'arco di 20-30 anni dal tempo in cui ebbero luogo questi eventi, un periodo in cui gli oppositori dell'epoca erano in vita e potevano facilmente contraddire la loro testimonianza se non fosse stata accurata.

Recentemente, lo studioso J. Robinson (un noto teologo liberale) ha evidenziato - in uno studio di 380 pagine e 1300 note conclusive - che la datazione dei libri del Nuovo Testamento risale a molto prima di quanto diversi studiosi odierni pensano. Robinson ha dimostrato che l'intero Nuovo Testamento può essere stato completato prima dell'anno 70 d.C., dunque nel pieno del periodo in cui vivevano gli scrittori dei vangeli. Le prove indicano che i documenti furono scritti a brevissima distanza dagli eventi. Recentemente, un altro studioso, J. W. Wenham, ha pubblicato uno studio dettagliato in cui giunge alle stesse conclusioni di Robinson.

Robinson sottolinea che nel Nuovo Testamento non vi è alcun riferimento alle persecuzioni di Nerone nel 64 d.C., né all'uccisione di Giacomo, il fratello di Gesù, nel 62 d.C.; non viene neanche menzionata la rivolta dei Giudei contro i Romani, iniziata nel 66 d.C., né quell'evento catastrofico che fu la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C..
Con tutta probabilità il Nuovo Testamento è stato completato prima del 70 d.C., forse anche prima del 64 d.C.. Si consideri infatti che la caduta del Tempio di Gerusalemme avrebbe alimentato la predicazione cristiana del messaggio che Gesù sostituiva il sistema sacrificale del Tempio (cfr. Giovanni 1:29, Ebrei 10:11 e segg.), e quindi il Nuovo Testamento avrebbe sicuramente fatto riferimento alla sua distruzione come avvenimento passato, se si fosse già verificata al tempo della stesura.

Dall'esame della coerenza interna, inoltre, lo studioso Tresmontant, fa notare come, ad esempio, in Giovanni 5:2 si legge che "a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, c'è [non "c'era", verbo estin in greco] una vasca, chiamata in ebraico Betesda, che ha cinque portici". Non avrebbe avuto senso dire questo se il libro fosse stato redatto dopo la distruzione di Gerusalemme, in quanto essa fu ridotta a un cumulo di pietre come Gesù aveva profetizzato decenni prima (cfr. Marco 13:1-2).

Nello studio di Robinson, 60 pagine e qualche centinaio di note sono dedicate alle prove della datazione dei seguenti libri del Nuovo Testamento:

1 Tessalonicesi: anno 45-50 d.C.
2 Tessalonicesi: anno 50-51
1 Corinzi: anno 55
1 Timoteo: anno 55
2 Corinzi: anno 56
Galati: anno 56
Romani: anno 57
Tito: anno 57
Filippesi: anno 58
Colossesi: anno 58
Efesini: anno 58
2 Timoteo: anno 58

Giacomo: 47-48 circa
Giuda: 61-62 circa
Pietro: 61-62 circa
Atti: 57-62 circa
2,3 e 1 Giovanni: periodo 60-65 circa
1 Pietro: anno 65

Marco: tra il 45-60
Matteo: tra il 40-60+
Luca: entro il 57-60+
Giovanni: probab. periodo 40-65+


Tra gli altri studiosi, anche Carsten P. Theide identifica e data i frammenti del Vangelo di Marco (7Q5) intorno all'anno 50 d.C., e stabilisce per gli altri libri una datazione molto simile a quella risultata dagli studi di Robinson.
Alle stesse conclusioni sono giunti anche C. Tresmontant, basandosi sull'analisi del linguaggio e sulle prove archeologiche, e successivamente J. Carmignac, filologo e famoso studioso di testi ebraici e dei rotoli del Mar Morto.

Orchard e Riley datano Matteo al 43 d.C., mentre Gunther Zuntz, un'autorità internazionale sul mondo ellenico, data Marco a non più tardi del 40 d.C. (dunque prima ancora di quanto sostenuto da Robinson).
K.L. Gentry, D. Chilton, e lo stesso Robinson, concludono inoltre che anche l'ultimo dei libri neotestamentari, il libro dell'Apocalisse, sia stato completato prima dell'anno 70 d.C..

La dott.ssa Eta Linnemann, che era stata in passata una critica negativa del Nuovo Testamento sulla scia di Rudolf Bultmann e Ernst Fuchs, ha rinnegato quelle convinzioni e ora esorta i propri lettori a "cestinare" le sue opere precedenti; ha scritto diversi saggi che demoliscono le posizioni dei moderni critici. Ella scrive:


"I testimoni oculari (tanto quelli ostili quanto quelli favorevoli) non scomparvero dalla scena in un lampo dopo due decenni. Molti verosimilmente sono sopravvissuti fino alla seconda metà degli anni 70 d.C... Chi in quel periodo avrebbe osato manomettere la 'tradizione primitiva' tanto da renderla irriconoscibile?"

Facciamo notare, infine, che molti critici dimenticano che i vangeli non potevano non venire scritti immediatamente dai primi Cristiani. Le prime comunità cristiane, infatti, provenendo dalla "Religione del Libro" (il Giudaismo), non potevano ignorare la necessità di scrivere accuratamente la storia di Gesù per confermarla da un punto di vista autorevole (quello apostolico), per far conoscere il messaggio ad essi affidato da Cristo, e per proteggerlo da false rappresentazioni ad opera di eretici, che esistevano anche al tempo apostolico.

Non vi è alcun motivo di credere che solo successivamente qualche discepolo degli apostoli abbia raccolto gli scritti apostolici e prodotto il Nuovo Testamento.
Gli apostoli Giovanni e Paolo incoraggiavano i Cristiani a leggere e a diffondere i loro scritti che già circolavano tra le chiese. L'apostolo Pietro scrisse: "So che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come il Signore nostro Gesù Cristo mi ha fatto sapere. Ma mi impegnerò affinché dopo la mia partenza abbiate sempre modo di ricordarvi di queste cose. Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà" (2 Pietro 1:14-16).
Più avanti nella stessa epistola, egli convalida l'opera di Paolo e ne conferma l'uso come Scrittura canonica da parte della chiesa cristiana: "...come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; e questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta di questi argomenti. In esse ci sono alcune cose difficili a capirsi, che gli uomini ignoranti e instabili travisano a loro perdizione come anche le altre Scritture" (2 Pietro 3:15,16).

Possiamo pertanto concludere che anche dal punto di vista storico la descrizione di Gesù Cristo offerta dai testimoni oculari che hanno scritto i vangeli è affidabile. E noi cristiani abbiamo constatato la verità delle parole del Nuovo Testamento e riconosciamo con l'apostolo che "queste cose sono state scritte affinché crediate che Gesù è il Cristo il Figlio di Dio e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome" (Giovanni 20:31).



Si vedano anche:

Le profezie della Bibbia su Cristo
Affidabilità storica e importanza della Bibbia
La Sacra Bibbia su questo sito

http://camcris.altervista.org/datavang.html

AUTENTICITA' DEI VANGELI

AutenticitA' dei Vangeli


" (...) se l'originale dei vangeli è davvero ebraico o aramaico è perché sono stati scritti subito, tra il 30 (anno probabile della morte di Gesù) e il 50, o poco più. In ogni caso, ricolto prima che, con la distruzione del 70, il vecchio Israele sia travolto e scompaiano gli intinti testimoni di ciò che è raccontato in quei testi".

( VITTORIO MESSORI, Patì sotto Ponzio Pilato?, SEI, Tosino 1992, p. 297)



1. La nostra indagine sulla credibilità del Cristianesimo ha affrontato, nel capitolo precedente, il problema della esistenza di Gesù Cristo e abbiamo visto, grazie alla documentazione in nostro possesso, che si tratta di un dato storicamente accertato.

2. Ora, tra i documenti che abbiamo preso in considerazione non abbiamo incluso i quattro Vangeli. E ciò non perché essi non siano da considerarsi storici, ma soltanto perché non abbiamo ancora esaminato il loro spessore di testimonianze affidabili, di documentazione attendibile. È ciò che cominceremo a fare ora.

3. Il cattolico sa che: "La santa madre Chiesa ha ritenuto e ritiene con fermezza e costanza massima che i quattro Vangeli, di cui afferma senza alcuna esistnza la storicità, trasmettono fedelmente quanto Gesù Figlio di Dio, durante la sua vita tra gli uomini, effettivamente operò e insegnò per la loro eterna salvezza" (Dei Verbum, 19). Sulla scorta di que­sta definizione, tratta da una Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II, il cattolico non nutre alcun dubbio che i Vangeli siano docu­menti storici autentici e veritieri.

4. Poiché quanto insegnato dalla Dei Verbum ha valore normativo solo per i cattolici, per accertare l'attendibilità storica dei Vangeli, e convincere di ciò chi la contesta, il cattolico deve percorrere altre strade, quelle tracciate dalla ricerca storica.

5. Molto semplificando, possiamo dire che la disciplina storica, quando incontra un documento scritto che riporta fatti accaduti in pas­sato, solitamente percorre queste strade:

- in primo luogo, ne accerta l'autenticità;

- poi verifica l'integrità del contenuto;

- quindi esamina quanto è scritto per accertare se corrisponde a fatti real­mente accaduti.

6. Ora, per mostrare a chi non crede che i Vangeli sono documenti storici, che riportano con fedeltà fatti realmente accaduti, il cattolico percorre la stessa strada indicata dallo storico.

7. Che cosa significa indagare sull'autenticità dei Vangeli? Vuol dire appurare in primo luogo che essi risalgano effettivamente all'età apostolica, ossia al I secolo, e poi che siano stati scritti realmente dagli autori cui sono attribuiti.

8. Che cosa significa indagare sull'integrità dei Vangeli? Vuol dire accertarsi che i Vangeli oggi in nostro possesso, quelli che abitualmente leggiamo, corrispondano nel contenuto esattamente a quelli che hanno redatto Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Sarà necessario, dunque, sgomberare il campo da ogni possibile sospetto di manomissione, di mutilazione e di correzione del testo evangelico originale.

9. Che cosa significa indagare sulla veridicità dei Vangeli? Vuol dire:

- in primo luogo, controllare che i Vangeli siano stati scritti in epoca vicina ai fatti che narrano (e qui riprenderemo il discorso sull'autenticità dei Vangeli).

- poi, recuperare informazioni sui loro autori, perché interessa sapere se sono persone meritevoli di fiducia, competenti in materia e testimoni attendibili dei fatti che raccontano.

- infine, e questa è forse la parte più importante, accertare che i fatti nar­rati siano realmente accaduti.

10. Il cattolico sa che il problema relativo alla datazione dei Van­geli è molto importante. Vi sono certe correnti di pensiero, sostenute anche da qualche teologo e da qualche biblista, stando alle quali tra il Cristo della storia, cioè quello che è realmente vissuto, e la composizione dei Vangeli sarebbero intercorsi lunghi periodi di tempo, da 30 fino a 70 anni.

11. Quanti negano pieno valore di documentazione storica ai Van­geli ritengono che in questo lungo arco di tempo la Chiesa primitiva, mentre era in fase di organizzazione e con lo scopo di guadagnare nuovi fedeli, avrebbe divinizzato la persona di Gesù, attribuendogli parole ed opere che in realtà Egli non avrebbe mai pronunciato o compiuto.

12. Una vera e propria manipolazione, una autentica falsificazione della verità, quella compiuta dalla Chiesa primitiva nel redigere i Vangeli. Per rimediare, teologi, biblisti e studiosi, a partire da quelli di confes­sione protestantica, hanno dato il via ad un processo cosiddetto di "demitizzazione", con l'intento di eliminare dal testo dei Vangeli, e quindi dalla vita di Gesù Cristo, ogni parola e ogni episodio che non sarebbe razionalmente comprensibile.

13. Riguardo la scelta tra le parole e i fatti da conservare e quelli da eliminare nel testo evangelico, ogni studioso ha personali opinioni. Per alcuni, espressioni come "Io e il Padre siamo una cosa sola" sono puramente inventate. Impossibile che un uomo, un giudeo, abbia mai pronunciato queste parole che lo fanno uguale a Dio. Ma è anche impossibile che abbia camminato sulle acque, sfamato migliaia di persone con pochi pani e pesci, guarito all'istante ciechi, sordi e storpi, risuscitato il figlio della vedova di Nain, comandato alle forze della natura e che, dopo la morte, sia anche risuscitato. Tutto questo ripugna, secondo alcuni "studiosi", alla ragione umana. Nei Vangeli vi sarebbe stato aggiunto da mani ignote e interessate a tutto tranne che a trasmettere fedelmente la vita di Gesù Cristo.

14. Che cosa rimanga della vita di Gesù che meriti qualche inte­resse, dopo averla depredata di quanto abbiamo sopra ricordato, non è dato di capirlo bene. Per quanto ci riguarda, solo se le nostre tre piste di ricerca - autenticità, integrità, veridicità dei Vangeli - dovessero condurci a risultati positivi, solo in questo caso noi saremo autorizzati a trattare i Vangeli come documenti storici atendibili, credibili, meritevoli della nostra considerazione.

15. E se i Vangeli sono documenti storici attendibili, il cattolico li proporrà con schiettezza e semplicità a chi non crede, perché si renda conto dell'irragionevolezza delle sue convinzioni e si disponga, con l'aiuto della grazia di Dio, a convertirsi.



I Vangeli sono documenti del primo secolo

16. Una tradizione bimillenaria, giunta ininterrottamente fino a noi, attribuisce i Vangeli a quattro autori di nome Matteo, Marco, Luca e Giovanni, tutti vissuti - si dice - nel I secolo d.C. Come possiamo verificare la fondatezza di questa tradizione?

17. Il punto di partenza della nostra ricerca è un dato storico indiscutibile, perché di esso possediamo molte testimonianze. Subito dopo la morte di Gesù, il Cristianesimo si diffonde in numerose e vaste regioni dell'Impero di Roma. Proprio di questa capillare presenza rimangono molte tracce, anche archeologiche, che perfino un turista distratto può facilmente notare solo che viaggi in Terra Santa o in Asia Minore.

18. A Cipro, a Tessalonica, ad Atene, a Efeso, a Corinto (Grecia), in certe zone dell'Asia Minore (Panfilia, Pisidia, Galazia, Iconio e Colossi), Paolo fonda comunità cristiane che presto diventano fiorenti e si dotano, fin dal I secolo, di una certa struttura gerarchica e di una organizzazione.

19. A Gerusalemme, a Cesarea, ad Antiochia, a Joppe (Giaffa) e in Samaria, Pietro fonda altre comunità cristiane. Anche a Rorna, probabilmente fu Pietro il fondatore della locale comunità cristiana.

20. Altri Apostoli fondano comunità in Egitto, nella Cappadocia, in Armenia e in zone dell'Asia Minore (Porto, Frigia, Bitinia).

21. Una presenza così numerosa di focolai di Cristianesimo è attestata da fonti storiche non cristiane. Abbiamo ricordato, nel capitolo pre­cedente, la lettera di Plinio il Giovane (anno 112) all'imperatore Traiano, nella quale si legge: "Il Cristianesimo è professato da un gran numero d'ambo i sessi, di ogni età e classe sociale" e nella quale si dice che questa nuova Religione è ormai diffusa non solo nelle città ma anche nei villaggi e nelle campagne.

22. Queste comunità cristiane sono tra loro assai distanti e soprattutto sono spesso indipendenti una dall'altra. Tra alcune di esse non mancheranno scontri e rivalità che sfoceranno, talvolta, in dure lotte di carattere dottrinale, fino a giungere successivamente a dolorose separa­zioni.

23. Ma su di un punto esse concordano sempre: nel ritenere gli scritti di Matteo, di Marco, di Luca e di Giovanni i soli autentici Vangeli, realmente scritti dai quattro personaggi suddetti, tutti vissuti nel I secolo d.C.

24. Questo è un primo dato che gioca a favore dell'autenticità dei Vangeli, da prendere in seria considerazione. Ma ve ne sono altri.

25. Tra il 95 ed il 150 d.C. visse Papia, che fu anche vescovo di Gerapoli, in Asia Minore. Papia fu discepolo di un altro grande della Chiesa, san Policarpo, vescovo di Smirne. E san Policarpo fu amico e discepolo di san Giovanni Apostolo, l'autore del quarto Vangelo.

26. Nelle sue "Spiegazioni dei detti del Signore", di cui ci parla lo storico Eusebio di Cesarea (Historia Ecclesiastica, III, 39), Papia scrive: "Questo diceva il Presbitero: Marco, divenuto interprete di Pietro, scrisse con accuratezza, ma non con ordine, tutto ciò che ricordava delle parole o dei fatti del Signore. Egli, infatti, non aveva udito il Signore né era stato suo discepolo, ma più tardi, come dicevo, aveva accompagnato Pietro, il quale impartiva le sue istruzioni secondo i bisogni, ma senza fare esposizione ordi­nata dei detti del Signore, cosicché non commise colpa Marco scrivendo alcune cose così come le ricordava. Egli ebbe una sola preoccupazione, di non omettere nulla di quanto aveva inteso e di non introdurre alcun errore...

Quanto a Matteo, egli in lingua ebraica ordinò i detti del Signore e cia­scuno l'interpretò come era capace di fare".

27. Nella testimonianza di Papia si fa cenno ad un "Presbitero". A detta degli studiosi si tratta proprio di san Giovanni apostolo, le cui parole furono riferite a Papia probabilmente proprio da quel Policarpo discepolo dell'autore del quarto Vangelo.

28. Siamo davanti ad una testimonianza preziosa, la cui fonte potrebbe risalire, con la mediazione di san Policarpo, nientemeno che ad Lui Apostolo del Signore, autore di un Vangelo. Papia parla solo di un Vangelo di Matteo e di uno di Marco; tace sugli altri due e così facciamo, - per ora, anche noi. Segnala che Marco era "interprete di Pietro" e "aveva accompagnato" il Principe degli Apostoli. Pertanto, Marco è certamente vissuto in età apostolica e il suo Vangelo va datato al I secolo.

29. La documentazione storica ci offre altre testimonianze impor­tanti a conferma dell'autenticità dei Vangeli.

30. Nell'anno 185, Ireneo, vescovo di Lione (Gallia), scrive: "Matteo fra gli Ebrei nella propria lingua di essi produsse un Vangelo, nel tempo in cui Pietro e Paolo predicarono a Roma e vi fondarono la Chiesa. Quindi, dopo la dipartita di costoro, Marco, discepolo e segretario di Pietro, ci trasmise anch'egli per iscritto le cose predicate da Pietro. A sua volta, Luca, compagno di Paolo, compose in un libro il Vangelo predicato da quello. Infine, Giovanni, il discepolo del Signore, quello che riposò pure sul petto di Lui, anch'egli pubblicò un Vangelo, mentre dimorava in Efeso d'A­sia... Esistono dunque solo quattro Vangeli né più né meno. Come quattro sono le parti del mondo e quattro i venti principali (...) È manifesto quindi che il Verbo ci ha dato il Vangelo quadriforme, permeato da un solo spirito" (Adversus Haereses, III, 1, 1).

31. Dunque, al tempo di Ireneo, sul finire del II secolo, è assodato che gli unici Vangeli ai quali la Chiesa attribuisce valore sono quelli di Matteo, di Marco, di Luca e di Giovanni. Ireneo ci offre una datazione dei Vangeli ancora generica, ma molto significativa: Matteo scrive "nel tempo in cui Pietro e Paolo predicarono a Roma e vi fondarono la Chiesa", quindi prima del 64/67 d.C., anno della loro morte. Ci informa, inoltre, che Luca, autore del terzo Vangelo, era compagno di Paolo mentre Gio­vanni, autore del quarto, era apostolo di Gesìi. Dunque, tutti uomini vis­suti nel primo secolo, che scrissero i Vangeli certamente in età apostolica.

32. La testimonianza di Ireneo è preziosa sia per l'autorevolezza della fonte, perché egli fu uomo di profonda cultura e di grande presti­gio e autorità nella Chiesa primitiva, sia perché, sebbene giovanissimo, conobbe personalmente san Policarpo, discepolo dell'Apostolo Giovanni.

33. Un altro testimone che conferma l'autenticità dei Vangeli è Clemente Alessandrino (Atene 150 ca. - 212 ca.), di cui ci siamo già occupati quando abbiamo esaminato il pensiero cattolico riguardo l'esi­stenza di Dio. Uomo coltissimo, educato nel paganesimo, conosceva perfettamente i filosofi greci e il Nuovo ed Antico Testamento, citati nei suoi scritti per almeno 3.500 volte.

34. Ricordando le sue Ipotiposi, una raccolta in otto libri di appun­ti sulla Sacra Scrittura, Eusebio di Cesarea scrive: "In questi stessi libri Clemente espone, circa la serie dei Vangeli, la tradizione degli antichi presbiteri che è questa. Egli dice che sono stati scritti dapprima i Vangeli che contengono le genealogie del Salvatore (Matteo, Luca), e che quello secondo Marco ha avuto la seguente origine. Avendo Pietro predicato pubblicamente a Roma la Parola di Dio ed esposto il Vangelo in virtù dello Spirito San­to, i molti che erano stati presenti esortarono Marco come colui che l'aveva seguito da gran tempo e si ricordava delle cose dette, di mettere per iscritto le cose pronunciate. Avendo fatto ciò, Marco consegnò il Vangelo a quelli che l'avevano pregato. Pietro risaputo ciò non volle esplicitamente né impe­dire né incitare. Ultimo, pertanto, è Giovanni: vedendo che negli Evangeli precedenti erano state manifestate le cose corporee (ea quae ad corpus Christi pertinent), spinto dagli amici, divinamente portato dallo Spirito Santo, produsse un Vangelo spirituale" (Historia Ecclesiastica, VI, 14).

35. Come si può notare, anche Clemente Alessandrino attesta i nomi degli Evangelisti e l'epoca in cui furono scritti, certamente il I secolo, offrendoci un ulteriore dato storico in favore della loro autenti­cità.

36. Un altro testimone in favore dell'autenticità dei Vangeli è un discepolo di Clemente Alessandrino, suo successore, a partire dall'anno 203, nella Scuola di Alessandria. Stiamo parlando di Origene, autore di un Commentario in Matteo, in cui scrisse: "Ecco quanto appresi dalla tra­dizione intorno ai quattro Vangeli, che sono gli unici ammessi senza controversia dalla Chiesa di Dio. Dapprima fu composto il Vangelo secondo Mat­teo, il quale una volta era pubblicano e in seguito divenne Apostolo di Gesù Cristo. Egli pubblicò il Vangelo in lingua ebraica per i Giudei convertiti alla fede. Il secondo è quello composto da Marco dietro quantogli aveva espo­sto Pietro... Il terzo è quello secondo Luca, il Vangelo raccomandato da Paolo, scritto a favore dei Gentili. L'ultimo quello secondo Giovanni" (Euse­bio di Cesarea, Historia Ecclesiastica, VI, 25).

37. Un'altra testimonianza è quella di Tertulliano, autore del Libro contro Marcione, scritto intorno al 200. Egli scrive: "Abbiamo stabilito prima di tutto che lo strumento evangelico ha per autori gli Apostoli ai quali il Sitgnore stesso diede l'incarico di promulgare il Vangelo. Quando ne furono autori dei discepoli, non rimasero però isolati, bensì in comunione con gli Apostoli; poiché la predicazione dei discepoli potrebbe essere sospettata di una gloria, se non fosse garantita dall'autorità dei maestri, anzi dall'auto­rità di Cristo che conferì il magistero agli Apostoli. Così, tra gli Apostoli, Gioranni e Matteo ci hanno comunicato la fede; tra i loro discepoli, Luca e Marco la rinnorano" (Adversus Marcionem, IV 2).

38. Fino ad ora abbiamo esaminato una serie di testimonianze molto antiche, tutte concordi sull'autenticità dei quattro Vangeli. Dobbiamo ricordare che queste testimonianze provengono da uomini autorevoli, prestigiosi, di grande cultura anche se diversi tra loro per sensibilità e formazione. Tutti però attestano che la Chiesa primitiva riteneva ispirati, dunque canonici, solo i Vangeli di Matteo, di Marco, di Luca e di Giovanni, che furono scritti nel I secolo.

39. A questa serie di documenti ne possiamo aggiungere un altro di incomparabile valore. Si tratta del celebre Canone Muratoriano, un rammento datato verso la metà del II secolo d.C., scoperto dallo storico Ludovico Antonio Muratori (1672 - 1750) nella Biblioteca Ambrosiana di Milano e reso pubblico nell'anno 1742.

40. È un frammento incompleto. Contiene il catalogo dei Libri del Nuovo Testamento, ma è privo dell'inizio e della fine. Pur così mutilato, esso esordisce affermando"... il terzo Vangelo è di Luca, medico, compa­gno di Paolo,... il quarto è di Giovanni, uno dei discepoli".

41. In realtà, prima dell'esordio sopra ricordato, vi sono alcune parole che concludono una frase precedente, della quale non si ha l'inizio, andato perso. Gli studiosi concordano che si riferisca al Vangelo di Marco. Ma a noi importa notare come il Codice Muratoriano enumera i Vangeli di Luca e di Giovanni, definendoli rispettivamente "il terzo" e "il quarto".

42. Non è proprio difficile credere, anche sulla base delle altre testimonianze che abbiamo ricordato, che i primi due Vangeli, dei quali certamente il Codice Muratoriano riferiva, dovevano essere quelli di Matteo e di Marco.

43. A questo punto della nostra ricerca si impone una conclusione. Tutti i dati storici che abbiamo riferito concordano nel ritenere i Vangeli scritti nel primo secolo e proprio dai noti quattro Evangelisti. Dunque, la loro autenticità è pienamente confermata. Nello stesso secolo in cui Cri­sto era vissuto, dopo la sua morte e risurrezione, vi sono testimoni che hanno messo per iscritto ciò che avevano visto o udito. Il dato è di straordinaria importanza.

44. Quelle che abbiamo ricordato fino ad ora sono prove che gli studiosi definiscono "esterne" ai Vangeli. Vi sono anche prove "interne", cioè prove che possiamo ricavare da un attento esame del testo evange­lico. Qui ne proponiamo soltanto due.

45. La prima. Se si pone attenzione alla Chiesa così come è descritta nei Vangeli, essa ci appare certamente dotata di un "Capo" ("Tu sei Pietro") e di una primitiva scala gerarchica, occupata dagli Apostoli. Ma nei Vangeli non vi è alcun cenno di quella struttura gerarchica più complessa, che nasce subito ma che ci è ricordata da altri scritti del Nuovo Testamento, composta di Vescovi, presbiteri e dia­coni.

46. Questa mancanza si spiega solo se si ammette che i Vangeli sono stati scritti prima che la Chiesa si strutturasse completamente, quindi in un tempo estremamente vicino alla morte del Signore, avve­nuta nel 30 d.C.

47. La seconda. Stando ai Vangeli, gli unici avversari che incontra Gcsù Cristo sono Farisei, Sadducel e Scribi. Manca qualsiasi riferimento ai primi terribili avversari del Cristianesimo primitivo: Gnostici, Doceti, Montanisti, etc. Neppure si trova nei Vangeli alcun riferimento alle per­secuzioni scatenate periodicamente dalle autorità dell'Impero di Roma che ebbero, però, una notevole ripercussione sulla vita delle prime comunità cristiane.

48. Questo silenzio su eventi che sconvolsero la vita della Chiesa primitiva si spiega solo ammettendo che i Vangeli sono stati scritti quando le eresie e le persecuzioni sopra ricordate non erano ancora avvenute, quindi proprio a ridosso della vita terrena di Gesù di Nazareth.

49. La nostra ricerca sull'autenticità dei Vangeli andrebbe completata esaminando più a fondo la data della loro composizione. Fino ad ora, abbiamo visto che furono scritti nel I secolo, ma possiamo essere più precisi.

50. Affronteremo questo tema nel capitolo dedicato alla "veridi­cità" dei Vangeli. Prima, dobbiamo accertare se questi documenti sono giunti fino a noi integralmente, senza alterazioni. È ciò che faremo nelle pagine che seguono immediatamente.



" Gli autori sacri scrissero i quattro Vangeli, scegliendo alcune cose tra le molte tramandate a voce o già per iscritto, redigendo una sintesi delle altre o spiegandole con riguardo alla situazione delle Chiese, conservando infine il carattere di predicazione, sempre però in modo tale da riferire su Gesù cose vere e sincere".

( Dei Verbum, 19)


http://apologetica.altervista.org/libri_perche_credere11.htm

L’attendibilità (la “solidità”) dei Vangeli

L’attendibilità (la “solidità”) dei Vangeli



Luca l’autore del terzo vangelo premette alla sua opera in due vo­lumi un “proemio” come fanno gli scrittori classici di storiografia e geografia. Egli lo riprende, in forma più breve, all’inizio del secondo volume – chiamato dal II secolo «Atti degli apostoli» – riassumendo il contenuto del vangelo: «Nel primo racconto, o Teofilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo...».[1] Nel proemio egli s’impegna a fare un resoconto ordinato e comple­to degli avvenimenti che riguardano la vicenda di Gesù e della Chiesa protocristiana, sulla base della tradizione orale che parte dai “te­sti oculari”. Lo scopo è di dare a Teofilo (= amico di Dio), rappresentante dei de­stinatari della sua opera, una documentazione “attendibile” delle cose di cui ha sentito parlare. La “solidità” – avsfa,leia – di cui si parla alla fine del proemio, può essere intesa in senso “teologico” – le promesse di Dio a Israele e le parole di Gesù ai discepoli si sono realmente compiute – ma anche nella sua valenza storio­grafica.

L’autore del vangelo si preoccupa di collocare la vicenda di Gesù dentro le coordinate spazio-temporali di un racconto sto­ricamente attendibile. In altri termini, la figura e l’opera di Gesù non sono un prodotto di fantasia o di fanatismo religioso, ma si radicano nella storia. Nel suo ultimo discorso davanti ad Erode Agrippa II e al governatore romano Porcio Festo, a Cesarea Ma­rittima, prima di essere trasferito a Roma per il processo, Paolo dice, interpellando Agrippa: «Il re è al corrente di queste cose e davanti a lui parlo con franchezza. Penso infatti che niente di questo gli sia sconosciuto, perché non sono fatti accaduti in se­greto».[2]

Luca racconta la vicenda di Gesù secondo i modelli storiogra­fici del suo tempo, utilizzando le fonti disponibili – la tradizione e le prime narrazioni scritte – dentro un quadro interpretativo desunto dalla sua fede in Gesù Cristo, il Signore e il Figlio di Dio. Sulla base dello schema del proemio lucano, nell’epoca moderna si ricostruisce la storia della formazione dei vangeli per verificar­ne l’attendibilità. Tra il Gesù vissuto nella Palestina degli anni trenta e i vangeli scritti passano circa quarant’anni. Nel percorso che va da Gesù ai vangeli vi sono due momenti decisivi. Il pri­mo è il passaggio dall’attività e dall’insegnamento di Gesù alla testimonianza e predicazione su Gesù da parte dei discepoli; il secondo è il passaggio dalla tradizione orale alla stesura scritta dei singoli vangeli da parte dei redattori. A ognuna di queste svolte si ripropone l’interrogativo: Qual è lo scopo dell’annuncio o della predicazione su Gesù? Qual è lo scopo dei redattori finali dei vangeli? Informare sulla vicenda storica di Gesù o suscitare e sostenere la fede in lui, il Cristo vivente?

Attualmente c’è un sostanziale accordo nel ritenere che lo scopo dei vangeli scritti e della tradizione precedente è di an­nunciare Gesù come Cristo e Signore. I vangeli sono documenti di fede in Gesù Cristo risorto. Con questo non s’esclude l’inte­resse degli autori dei vangeli per la realtà storica di Gesù, per ciò che egli ha fatto e detto, per le vicende della sua morte. Questo interesse è subordinato allo scopo primario di cogliere e sottoli­neare il significato delle sue parole e dei suoi gesti. I vangeli non sono un riassunto del messaggio di Gesù e neppure una cronaca della sua attività, ma documenti d’una tradizione viva e fedele, scritti da autori cristiani impegnati.

I vangeli attestano la fede in Gesù Cristo. Si tratta però della fede in una persona che è vissuta, ha parlato e agito concreta­mente in uno spazio e in un tempo preciso. In altri termini, la fede dei discepoli e delle prime comunità cristiane in Gesù Cri­sto, il Signore risorto, è inseparabile dalla loro esperienza storica della vita e morte di Gesù di Nazareth. Lo stesso metodo che per­mette di ricostruire le tappe della formazione dei vangeli offre gli strumenti per verificare l’attendibilità storica del materiale in essi confluito.

Il metodo della cosiddetta «storia delle forme», utilizzato per ricostruire i motivi e le esigenze dell’ambiente che ha conserva­to e trasmesso le piccole unità letterarie dei vangeli – racconti di miracolo, controversie, parabole, ecc. – può essere applicato an­che al periodo precedente la Pasqua per ricostruire la situazione vitale della comunità dei discepoli raccolti attorno a Gesù. Pri­ma della morte e risurrezione di Gesù vi è la tendenza a conser­vare e trasmettere ciò che Gesù insegna e quello che egli compie nei villaggi della Galilea e a Gerusalemme. Nei vangeli attuali le sentenze di Gesù sono raccolte in una forma che ricorda la tec­nica d’insegnamento dei maestri ebrei del suo tempo.

Alcuni insegnamenti o sentenze risentono d’una situazione che si è avuta soltanto prima della Pasqua di risurrezione; co­sì alcune parole sulla fine tragica di Gesù sono troppo oscure ed allusive per essere state ricostruite dopo gli avvenimenti di Pa­squa; l’insegnamento centrale del Vangelo – l’annuncio del re­gno di Dio da parte di Gesù – si colloca in una situazione storica che non è più attuale dopo la sua risurrezione, quando il conte­nuto dell’annuncio riguarda Gesù Cristo risorto.

La tradizione delle parole di Gesù inizia nella cerchia dei di­scepoli raccolti attorno alla sua persona. Questa tradizione si prolunga in quella successiva alla Pasqua, sotto il controllo e la responsabilità delle stesse persone che sono vissute con Gesù, i “dodici” discepoli. La memoria di quello che Gesù ha detto e fat­to si conserva e trasmette in una comunità strutturata e per mez­zo d’incaricati sicuri in modo tale che la continuità e la fedeltà con la fonte originaria sono sufficientemente garantite.

Per verificare l’attendibilità storica del materiale raccolto nei vangeli si può ripercorrere la strada che va dai testi evangelici a Gesù di Nazareth, seguendo alcuni criteri. Il primo è quello delle testimonianze molteplici ed incrociate: una parola o un’azione di Gesù, riferita nei vangeli, è attendibile quando è attestata da più e diversi strati della tradizione. Il secondo criterio è quello della “discontinuità”, nel senso che una parola o un atteggiamento di Gesù è attendibile quando non può essere pensato come un prodotto né dell’ambiente giudaico contemporaneo né dell’am­biente cristiano successivo. Il terzo si chiama “criterio della con­tinuità”. Si considera attendibile una parola o azione di Gesù quando è in sintonia con il suo ambiente vitale (Sitz im leben), con la situazio­ne socio-culturale del suo tempo e soprattutto è conforme con l’originalità della sua persona e del suo messaggio. Negli ultimi decenni sono stati proposti altri criteri di carattere più sintetico. Tra questi si può ricordare quello detto dell’imbarazzo, nel sen­so che una sentenza o azione di Gesù, che crea problemi per la tradizione che ne conserva memoria, è storicamente “attendibi­le”. I vari metodi per verificare l’attendibilità storica dei Vangeli sono validi ed efficaci se sono usati in modo complementare e convergente.

Alla fine, però, si deve riconoscere che l’insegnamento e l’atti­vità di Gesù non si lasciano ridurre alle dimensioni di una realtà storica oggettiva. Con i suoi gesti e con le sue parole Gesù riven­dica un’autorità e identità che interpellano non solo lo storico, ma l’essere umano in quanto tale. Gesù si presenta come uno che decide del significato della vita di ogni essere umano. Alla domanda: «Voi chi dite che io sia?», non si risponde con una for­mula, ma con la decisione di condividere o meno il suo destino.



http://avemaria.myblog.it/archive/2010/01/18/l-attendibilita-dei-vangeli.html

MARTA E MARIA DI BETANIA NEL NUOVO TESTAMENTO



MARTA E MARIA DI BETANIA NEL NUOVO TESTAMENTO


VANGELO SECONDO SAN LUCA : 10,38-42
[38]Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. [39]Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; [40]Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». [41]Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, [42]ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».



http://www.maranatha.it/Bibbia/5-VangeliAtti/49-LucaPage.htm





VANGELO SECONDO SAN GIOVANNI : 11,1-12,11
Risurrezione di Lazzaro
[1]Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. [2]Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. [3]Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato».

[4]All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». [5]Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. [6]Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. [7]Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». [8]I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». [9]Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; [10]ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». [11]Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». [12]Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». [13]Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. [14]Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto [15]e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». [16]Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

[17]Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era gia da quattro giorni nel sepolcro. [18]Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia [19]e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. [20]Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. [21]Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! [22]Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». [23]Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». [24]Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». [25]Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; [26]chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». [27]Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».

[28]Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». [29]Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. [30]Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. [31]Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». [32]Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». [33]Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: [34]«Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». [35]Gesù scoppiò in pianto. [36]Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». [37]Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?».

[38]Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. [39]Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, gia manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». [40]Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». [41]Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. [42]Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». [43]E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». [44]Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».

I capi Giudei decidono la morte di Gesù
[45]Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. [46]Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto. [47]Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. [48]Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione». [49]Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla [50]e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». [51]Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione [52]e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. [53]Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

[54]Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.

L'avvicinarsi della Pasqua
[55]Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. [56]Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?». [57]Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero prenderlo.



Giovanni - Capitolo 12

L'unzione di Betania
[1]Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. [2]Equi gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. [3]Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. [4]Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: [5]«Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». [6]Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. [7]Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. [8]I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

[9]Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. [10]I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, [11]perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.




http://www.maranatha.it/Bibbia/5-VangeliAtti/50-GiovanniPage.htm

MARIA DI BETANIA
VANGELO DI SAN MARCO : 14, 3-9







Una donna versa profumo su Gesù
(vedi Matteo 26,6-13; Luca 7,36-38; Giovanni 12,1-8)
3Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone, quello che era stato lebbroso. Mentre era a tavola, venne una donna con un vasetto di alabastro pieno di un profumo molto prezioso, nardo purissimo. La donna spaccò il vasetto e versò il profumo sulla testa di Gesù.
4Alcuni dei presenti, scandalizzati, mormoravano tra loro: "Perché tutto questo spreco di profumo? 5Si poteva venderlo per trecento monete d'argento e poi dare i soldi ai poveri!". Ed erano furibondi contro di lei.
6Ma Gesù disse loro: "Lasciatela in pace! Perché la tormentate? Questa donna ha fatto un'opera buona verso di me. 7I poveri, infatti, li avete sempre con voi e potete aiutarli quando volete, ma non sempre avete me. 8Essa ha fatto quel che poteva, e così ha profumato in anticipo il mio corpo per la sepoltura. 9Io vi assicuro che in tutto il mondo, dovunque sarà predicato il messaggio del Vangelo, ci si ricorderà di questa donna e di quel che ha fatto".

Note

14, 3 Betània: vedi nota a cfr. 11, 1. - Mentre era a tavola: probabilmente era sdraiato secondo l'uso degli antichi. - nardo: pianta importata dall'India, da cui si ricavava un olio profumato molto prezioso.


14,8 sepoltura: gli Ebrei avevano l'abitudine di spalmare i cadaveri con unguenti e profumi.

http://www.labibbia.org/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Marco&Capitolo=14

http://groups.google.com/group/studio-biblico?hl=it



http://sites.google.com/site/lesacrescritture/Home/marta-e-maria-di-betania-nel-nuovo-testamento

GESU' IL VERBO DI DIO PURISSIMO E SANTISSIMO


GESU' IL VERBO DI DIO PURISSIMO E SANTISSIMO





Analisi di Martino Gerber e Giuliano Lattes, studiosi biblisti

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Gesù non era un uomo comune, ma davvero unico, era superiore ai profeti
ed ai Santi, non solo perché faceva miracoli ed opere straordinarie,
non solo per i suoi divini insegnameni, ma specialmente per la sua
straordinaria natura divina.
Sebbene Gesù appariva dall'aspetto come gli altri uomini, non era come loro.

Vediamo che Gesù non nasce come gli altri uomini, na nasce in virtù dello
Spirito Santo; Vangelo secondo Matteo: 1, 20-25, Vangelo secondo Luca: 1, 26-38.
La nascità di Gesù viene onorata dalla presenza degli Angeli; Vangelo secondo Luca; 2,8-20,
ed anche viene illuminata dalla stella dei Magi; Vangelo secondo Matteo: 2, 1-12.
Vediamo che il bambino Gesù già a 12 afferma che si deve occupare delle cose del Padre suo;
Vangelo secondo Luca: 2, 41-52.
Il battesimo di Gesù da Giovanni, avviene in modo straordinario, con la presenza del Padre che
lo dichiara suo figlio, e dello Spirito Santo sotto forma di Colomba; Vangelo secondo Matteo: 3,13-17.

Appena inizia la sua missione Gesù guarisce una moltitudine di malati; Vangelo secondo Matteo: 4, 2-25.
Gesù non solo opera guarigioni ed esorcismi, ma fa altre opere straordinarie, trasforma l'acqua in vino;
Vangelo secondo Giovanni: 2, 1-12, la pesca miracolosa; Vangelo secondo Luca: 5,11-11,
la moltiplicazione dei pani; Vangelo secondo Matteo: 14, 13-21, 15, 29-39.
Gesù perfino cammina sulle acque; Vangelo secondo Matteo: 14, 22-33.
Gesù riesce a calmare la tempesta; Vangelo secondo Matteo: 8, 23-27.
Gesù perdona i peccati, che solo Dio può fare; Vangelo secondo Matteo: 9, 1-8,
quindi si comporta come Dio.
Gesù conosceva ogni cosa; Vangelo secondo Giovanni: 2, 23-25.
Gesù afferma di essere sceso dal cielo, quindi di essere il Fglio di Dio; Vangelo secondo Giovanni: 6, 32-59.
Gesù perfino afferma di esistere prima di Abramo, quindi esisteva prima di nascere; Vangelo secondo Giovanni; 8, 58.

Quindi Gesù afferma di essere il Figlio di Dio, e di essere una sola cosa con Lui; Vangelo secondo Giovanni: 10,30.
Gesù afferma di essere il Figlio di Dio e che solo Lui conosce il Padre, il quale gli ha dato tutto; Vangelo secondo Matteo: 11,25-27.

Gesù ha gli stessi poteri del Padre; Vangelo secondo Giovanni: 5,19-30.
Gesù afferma di essere la risurrezione e la vita; Vangelo secondo Giovanni: 11, 25-26.
Gesù afferma che chi vede Lui vede il Padre; Vangelo secondo Giovanni: 14, 8-14.
Gesù parla spesso del suo glorioso ritorno come Giudice universale; Vangelo secondo Matteo: 7, 21-23; 13, 36-4316, 26-28; 24, 29-31; 25, 31-46.

Gesù vela la sua natura divina ai suoi discepoli, prima della dura prova della passione,
ecco che trovandosi su un monte Gesù si trasfigura divenendo tutto splendente come il sole;
Vangelo secondo Matteo:17, 1-9.
Gesù infine risorge da morte; Vangelo secondo Matteo: 28, 1-10.
Dopo essere risorto Gesù ascende al Cielo; Vangelo secondo Luca: 24, 50-53.
Dopo l'ascensione Gesù manda lo Spirito Santo a guidare la sua chiesa; Atti: 2, 1-13.

Quindi Gesù sebbene viveva sulla terra apparendo un uomo era ed è e sarà in eterno Dio.


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L'IMPECCABILITA' DI GESU'


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Gesù ha sofferto tanto; persecuzioni, incomprensioni, tradimento, arresto,
processo, flagellazione, crocifissione e morte, le soffernze sono prove,
ma non sono tentazioni.
La tentazione è una spinta a commettere il peccato, a trasghedire la legge Divina.

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LE TENTAZIONI DI GESU'

Gesù ha affrontato diverse tentazioni, il demonio nel deserto; V.Matteo: 4, 1-11,
scribi e farisei che lo volevano mettere alla prova; V.Matteo: 16, 1; 22, 15,
e perfino il suo Apostolo Pietro si è fatto strumento di tentazione; V,Matteo: 16, 22-23.
Perfino Gesù era provocato quando si trovava in croce; V.Matteo: 27, 39-44.
Comunque tutte queste tentazioni sono tentazioni esterne, non provengono dall' interno
del Signore Gesù, ma dall'esterno, da altre persone e circostanze.
Infatti Gesù insegna che le tentazioni interiori sono peccato; V.Matteo: 5, 27-30;
15, 18-20.
Se le tentazioni interiori sono peccato, Gesù non poteva averle, perché Gesù non poteva
peccare.
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Dalla Scrittura: ci consta che Gesù fu immune dal peccato originale:
«Quello che nascerà da te Santo, si chiamerà il Figlio di Dio» V.Luca: 1,35.
Fu immune dal peccato attuale: «Le cose che piacciono a Lui, faccio sempre» V.Giovanni: 8,29.
Fare ciò che vuole il Padre, significa eseguire la sua volontà e non trasgredirla. Per cui Gesù poteva ripetere:
«Chi di voi mi potrà incolpare di peccato?» V.Giovanni: 8, 46.
S. Paolo dirà che Gesù è «Pontefice santo, innocente, senza macchia, segregato dai peccatori» E.Ebrei: 4,15;
e S. Pietro: «Che non fece peccato nè si è trovato inganno nella sua bocca» 1, Pietro: 2,22.
Tutti questi passi ed altri ancora ci dicono la sua «impeccanza» e al tempo stesso ci fanno intuire che oltre
a essere di fatto immune dal peccato, era immune anche dalla possibilità di peccare.

Dai Padri sappiamo;
S. Ippolito (Contra Noet. 17): «È stato fatto ciò che l’uomo è, eccetto il peccato».
S. Cirillo di Alessandria (In Joan. 8, 29): «Ha avuto in sorte l’esimia prerogativa della natura divina e cioè
di non poter peccare».
Qualunque peccato o anche la semplice possibilità di peccare, costituisce
l’uomo peccatore. Ma la Persona di Cristo, essendo divina non può essere di un peccatore. Dunque in
Cristo non fu né poteva essere il peccato.

Mentre gli Scotisti pongono la ragione della impeccabilità del Cristo nella visione intuitiva
(chi véde Dio non può non amarlo come supremo bene),
S. Tommaso e la maggioranza dei Teologi la pongono
nel fatto della Unione Ipostatica. Il merito o demerito delle azioni dipende e ridonda nella persona:
perciò Cristo, essendo Dio non poteva commettere peccato.


San Tommaso d’Aquino affronta la questione nell’articolo 15 della parte III della Summa Theologiae.

Questa in sintesi la risposta del Doctor angelicus: Anche se Cristo è stato tentato dal demonio,
Egli «non assunse in nessun modo la miseria del peccato né originale né attuale» .
San Tommaso d’Aquino ; «Una certa fortezza lo spirito la dimostra resistendo alla concupiscenza della carne quando gli si oppone,
ma esso dimostra una fortezza maggiore quando la reprime totalmente così da eliminarne le brame disordinate.
Questa era appunto la condizione di Cristo, il cui spirito aveva raggiunto il sommo grado della fortezza.
E sebbene egli non abbia dovuto sostenere il combattimento inferiore del fomite, subì però la lotta esterna del mondo e del diavolo,
trionfando dei quali meritò la corona della vittoria» .
L'Aquinate insegna anche che «in Cristo non c'era il fomite del peccato» dato che «lo Spirito Santo esclude il peccato e l'inclinazione al peccato,
implicita nel termine fomite» .
Per «fomite del peccato» si intende l’«inclinazione dell'appetito sensitivo a oggetti che sono contro la ragione» ,
la «ricerca del piacere fuori dell'ordine razionale» .

Per questo Cristo fu immune anche da ogni imperfezione morale e da ogni moto disordinato
della concupiscenza, anzi non ebbe nemmeno il fornite della concupiscenza.
La concupiscenza e il suo fomite sono una conseguenza del peccato originale.

Infine Gesù non poteva peccare per la semplice ragione che Egli è PERSONA DIVINA.


GESU' E LE TENTAZIONI






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Parliamo ora piu' approfonditamente delle tentazioni subite da Gesù.
Non delle prove che riguardano sofferenze e dipiaceri,ma delle tentazioni
che spingono a peccare a trasghedire le leggi divine.

Iniziamo subito col precisare che Gesù condanna come peccato le tentazioni che provengono
dall'interno del'uomo;


Matteo 5: 27-30
27Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; 28ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla,

ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

29Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri,

piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. 30E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo,

tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.



Matteo 15: 8-20;

18"Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo.

19Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultéri, le prostituzioni, i furti,

le false testimonianze, le bestemmie.

20Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo"

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Gesù non poteva avere spinte interne a peccare, propositi malvagi o fare cattivi pensieri, o fare desideri peccaminosi,

per il semplice fatto che Gesù non poteva peccare, e non ha conosciuto il peccato.

Dalla Scrittura: ci consta che Gesù fu immune dal peccato originale:

«Quello che nascerà da te Santo, si chiamerà il Figlio di Dio» V.Luca: 1,35.


"Giuseppe, discendente di Davide, non devi aver paura di sposare Maria,
la tua fidanzata: il bambino che lei aspetta è opera dello Spirito Santo.
Essa partorirà un figlio e tu gli metterai nome Gesù, perché lui salverà il suo popolo da tutti i suoi peccati".
(Matteo; 1: 20-21)


Gesù era senza peccato, ma quando venne il tempo si recò da Giovanni il Battezzatore,
con umiltà, ma Giovanni in virtù dello Spirito Santo, sapeva che Gesù era senza peccato e Santo
e non voleva battezzarlo.

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne fino al fiume Giordano e si avvicinò a Giovanni per farsi battezzare da lui.
Ma Giovanni non voleva e cercava di convincerlo dicendo: - Sono io che avrei bisogno di essere battezzato da te;
e tu invece vieni da me?
Ma Gesù rispose:
Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo così la volontà di Dio sino in fondo.
Allora Giovanni accettò.
(Matteo; 3: 13-15)
Comunque Gesù risalì subito dall'acqua, perché non aveva peccati da confessare.

Appena battezzato, Gesù usci dall'acqua. All'improvviso il cielo si aprì, ed egli vide lo Spirito di Dio il quale,
come una colomba, scendeva su di lui.
E dal cielo venne una voce: "Questo è il Figlio mio, che io amo. Io l'ho mandato".
(Matteo; 3: 16-17)

Qualche giorno dopo Giovanni testimonierà che Gesù è il Messia il Figlio di Dio.

Il giorno dopo, Giovanni vede Gesù venire verso di lui, e dice: "Ecco l'Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo.
parlavo di lui quando dicevo: dopo di me viene uno che è più grande di me, perché esisteva già prima di me.
Anch'io non lo conoscevo, tuttavia Dio mi ha mandato a battezzare con acqua, per farlo conoscere al popolo d'Israele".
Poi Giovanni portò questa testimonianza: "Ho visto lo Spirito di Dio scendere come colomba dal cielo, e rimanere sopra di lui.
Anch'io non lo conoscevo quando Dio mi mandò a battezzare con acqua, ma Dio mi disse:
"Vedrai lo Spirito scendere e fermarsi su un uomo - è lui che battezzerà con Spirito Santo".
Ebbene, io l'ho visto accadere, e posso testimoniare che Gesù è il Figlio di Dio".
Il giorno seguente Giovanni era di nuovo là con due dei suoi discepoli. passò Gesù.
Giovanni lo guardò e disse: "Ecco l'Agnello di Dio".
(Giovanni; 1: 29-36)
Gesù fu immune dal peccato attuale: «Le cose che piacciono a Lui, faccio sempre» V.Giovanni: 8,29.
Fare ciò che vuole il Padre, significa eseguire la sua volontà e non trasgredirla. Per cui Gesù poteva ripetere:
«Chi di voi mi potrà incolpare di peccato?» V.Giovanni: 8, 46.

S. Paolo dirà che Gesù è «Pontefice santo, innocente, senza macchia, segregato dai peccatori» ;

« Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità,
essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato»E.Ebrei: 4,15;
« Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore,
perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio» II E.Corinzi: 5,21.

S. Pietro dirà: «Che non fece peccato nè si è trovato inganno nella sua bocca» 1, Pietro: 2,22.

San Giovanni dirà : « Chiunque commette il peccato, commette anche violazione della legge,
perché il peccato è violazione della legge.

Voi sapete che egli è apparso per togliere i peccati e che in lui non v'è peccato.

Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non lo ha visto né l'ha conosciuto » 1,Giovanni: 3,4-5

Tutti questi passi ed altri ancora ci dicono la sua «impeccanza» e al tempo stesso ci fanno intuire che oltre
a essere di fatto immune dal peccato, era immune anche dalla possibilità di peccare.

Qualunque peccato o anche la semplice possibilità di peccare, costituisce
l’uomo peccatore. Ma la Persona di Cristo, essendo divina non può essere di un peccatore. Dunque in
Cristo non fu né poteva essere il peccato. Cristo, essendo Dio non poteva commettere peccato.

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Quindi Gesù poteva avere solo tentazioni esterne a commettere peccato.

Le tentazioni avute nel desrto, erano esterne.
Qualche razionalista umanizzando Gesù, ha proposto che le tentazioni nel deserto erano dubbi
che aveva Gesù riguardo la sua messianicità, ora mentre era facile far passare per dubbi la tentazione
di trasformare le pietre in pane, e quella di buttarsi dal pinnacolo del Tempio, diventava assurdo
far passare per dubbio la tentazione in cui per ottenere i regni del mondo doveva adorare Satana.
Quindi le tentazioni del deserto sono esterne veramente.
Se fossero stati dubbi e tentazioni interne, Gesù sarebbe un peccatore, quindi un falso profeta,
un idolatra.
Comunque la tentazione di trasformare le pietre in pane, non è una tentazione a commettere peccato,
quella di buttarsi dal pinnacolo, può essere tentazione peccaminosa, vista come tentazione suicida,
la tentazione del potere dei regni terreni, è peccaminosa, include il peccato di idolatria di adorare Satana,
e quello di avidità e concupiscenza.
Ma vediamo che Gesù non è caduto in tentazione ed ha vinto il tentatore, e poi l'ha mandato via.

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Gesù ha affrontato diverse tentazioni, il demonio nel deserto; V.Matteo: 4, 1-11,
scribi e farisei che lo volevano mettere alla prova; V.Matteo: 16, 1; 22, 15,
e perfino il suo Apostolo Pietro si è fatto strumento di tentazione; V,Matteo: 16, 22-23.
Perfino Gesù era provocato quando si trovava in croce; V.Matteo: 27, 39-44.
Comunque tutte queste tentazioni sono tentazioni esterne, non provengono dall' interno
del Signore Gesù, ma dall'esterno, da altre persone e circostanze.

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GESU' NE' SI SPOSO' NE' POTEVA E NE' VOLEVA FARLO!




GESU' VUOLE DA TUTTI ESSERE AMATO COME IL PANE CELESTE E L'AGNELLO DI DIO,SI PUO' AMARE QUESTO SESSUALMENTE?

NO,INFATTI FARE QUESTO E' SATANICA BESTEMMIA.ORA GESU' CHE CONOSCEVA TUTTI I SEGRETI DI OGN'UNO NON AVREBBE PERMESSO CHE LE DONNE LO AMASSERO SESSUALMENTE NEMMENO IN OCCULTO E IN BUONA FEDE,SE LO AVESSE PERMESSO SAREBBE UN FALSO MESSIA.

MA GESU' CHE DICE A S.PIETRO;"LUNGI DA ME SATANA",PERCHE' NON VOLEVA CHE GESU' MORISSE,TANTO PIU' GESU' MANDEREBBE VIA DA LUI UNA SEDUTTRICE.

LE PIE DONNE CHE ERANO CON GESU' SAPEVANO CHI ERA,ESEMPIO; S.MARTA-V.GIOVANNI-11,27.

POI GESU' INSEGNAVA PURE ALLE DONNE ESTRANEE CHI ERA,COME LA SAMARITANA;V.GIOVANNI-4,7-26-FIGURIAMOCI COME CONOSCEVANO GESU' LE PIE DONNE,INFATTI ECCO UN ESEMPIO;V.LUCA-24,5-8.

MA POI GESU' INSEGNAVA LA SUA VERA NATURA IN PUBBLICO;V.GIOVANNI-6,26-59.---V.MATTEO-7,21-23-----12,25-30

V.LUCA-13,22---30. QUINDI GESU' A TUTTI FACEVA CAPIRE CHI ERA;APOSTOLI,DISCEPOLI,PIE DONNE E FOLLA DI UOMINI,DONNE E BAMBINI.



GESU' E' PANE DIVINO,E NON HA LEGAMI ALCUNO CON LA SESSULITA'

Gesù è sceso dal cielo,ha detto di essere pane sceso dal cielo.Gesù era il verbo che si fece carne,era perfettisimo,era l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.Gesù chiedeva a chi lo voleva seguire,di amarlo più di tutto,lasciare casa,famiglia averi,e possibilmente restare vergini,farsi eunuchi per il regno.Gesù,vuole che venga presto il regno dei cieli,li i risorti saranno come gli angeli,non potranno sposarsi,perché saranno figli della resurrezione, non potranno più morire,saranno figli di Dio.Gesù è già Figlio di Dio, veramente è Dio,chi vede Lui vede il Padre.Gesù,è nato tramite lo Spirito Santo,senza rapporti impuri.Gesù essendo Dio,trasfigurò e divenne tutto luccicante davanti agli apostoli,non poteva fare sesso,sposarsi,la S.Eucaristia,non può fare sesso,ne la S.Trinità, ne Dio,quello giudaico-cristiano,certo i dei pagani vanno con animali e praticano l'incesto.Gesù,consiglia a chi può di restare vergine, cosa che lui avrebbe fatto anche se fosse stato solo un S.profeta,un uomo,come gli esseni. Gesù,ha vinto Satana,e il mondo,perfino dava questo potere agli apostoli,di esorcizzare in suo nome,Gesù vedeva Satana scendere dal cielo,cercare gli apostoli e vagliarli come il grano,Gesù disse che Satana,il principe di questo mondo non poteva fare nulla contro di Lui. Gesù,chiamò Pietro Satana,solo perché,non accettava che Lui morisse,figuriamoci come manda via qualsiasi diavolo tentatore,per cose più gravi.Gesù,guidato dallo Spirito Santo,andò nel deserto, per farsi tentare dal demonio,ma sono tentazini esterne,due solo provocazioni,quella del pane,e del pineacolo,la terza,qui Satana gli chiede di essere adorato,è chiaro che Gesù,stesso non si può fare questa tentazione.Per Gesù,le tentazioni interne a peccare sono peccati,come il solo guardare un donna,per desiderarla è adulterio. Gesù,in vista,delle tentazioni interiori,ci chiede,se il tuo occhio ti fa inciampare cavatelo,è meglio entrare nel Regno senza un occhio, che finire all'inferno. Gesù,è venuto ad insegnarci la verità,Lui è Via Verità Vita. Ora chi crede in questo Gesù dei Vangeli,si salva,può guarire,può diventare Santo come S.Antonio. Chi crede nei falsi Gesù,inventati da atei,massoni come Dan Brown,è destinato al fuoco eterno,e sulla terra si trova nelle tenebre e nel caos e schiavo di Satana.

GESU' NON SI SPOSO' NE' POTEVA E NE' VOLEVA FARLO

Gesù ha una sposa, la chiesa,la Gerusalemme celeste;2CORINTI-11,2 EFESINI-5,32 RIVELAZIONE-21,1-2.
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Gesù,non è un uomo comune,ma è il Figlio eterno di Dio,è Dio stesso,tanto che afferma chi vede me vede il Padre,V.GIOVANNI-14,8-14.
Gesù stesso ha insegnato;V.LUCA-20,34-"I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito;ma quelli che sono giudicati degni del mondo futuro e della risurrezione dai morti,non prendono né moglie né marito.Essi non possono più morire,perché sono uguali agli angeli,e sono figli di Dio fatti degni della risurrezione.".Ecco da questa verità,i S.Padri della chiesa hanno stabilito che veramente Gesù non avrebbe potuto sposarsi con una donna,poiché gli Angeli e i figli di Dio eterni non possono sposarsi,vediamo infatti che Gesù,è Figlio di Dio, è il Verbo che si è fatto carne,nato da donna per opera dello Spirito Santo,Gesù è l'immagine del Padre,è Lui stesso Dio,quindi essendo eterno Figlio di Dio sceso dal cielo,dalla natura divina,non può essere asssociato alla sessualità,e prendere moglie.
Poi i S.Padri aggiungevano questo,come il Pane celeste,la .Eucaristia può avere rapporti sessuali,è blasfemo solo ipotizzarlo.
Aggiungevano anche che l'Agnello di Dio deve essere tutto puro è immacolato senza macchia,non solo non può sposarsi ma non deve avere nessun legame con i desideri carnali e la sessualità. I S.Padri facevano notare questo,Gesù ha avuto una nascità miracolosa,ed è risorto dai morti, ma ha dimostrato veramente essere un essere divino specialmente con la sua trasfigurazione,diventando tutto candido,luminoso e
sfolgorante;V.MATTEO-17,1-9.Ora un essere così celestiale e divino non può sposarsi,avere figli,e nemmeno avere desideri carnali,poiché è un essere celeste come gli Angeli,anzi vediamo che gli Angeli lo servono;V.MATTEO-4,11,
V.GIOVANNI-1,51.
Quindi tutte queste ipotesi che Gesù poteva sposarsi e non lo fece per la missione,che se voleva poteva sposarsi,che non si
sposò per imitare gli esseni,che addirittura era sposato,che perfino era omosessuale ed aveva un 'amante,tutte queste ipotesi
sono bestemmie difronte a Gesù Dio eterno incarnato.

GESU' E' DIO PURISSIMO E SANTISSIMO-IL VERBO SI FECE CARNE

Quando venne il momento di mandare suo Figlio Unigenito,Iddio aveva preparato un vaso purissimo per accoglierlo.
V.LUCA-1,26-Dio mandò l'Angelo Gabriele in una città della Galilea chiamata Nazareth,ad una vergine promessa sposa di un uomo di nome Giuseppe della casa di David:il nome della vergine era Maria.Entrò da lei e le disse:"Salve,piena di grazia,l Signore è con te".1,30-L'Angelo le disse:"Non temere,Maria,perché hai trovato grazia presso Dio.
Ecco,tu concepirai nel grembo e darai alla luce un figlio.Lo chiamerai Gesù.Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo;il Signore Dio gli darà il trono di Davide,suo padre e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e il suo regno non avrà mai fine"Allora Maria disse all'Angelo."Come avverrà questo,poiché io non conosco uomo?".L'Angelo le rispose:"Lo Spirito Santo scenderà sopra di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra;perciò quello che nascerà sarà chiamato Santo,Figlio di Dio.
Iddio aveva disposto che Gesù avesse un padre terreno,quindi scelse l'uomo più puro e più giusto e santo,per affidare suo Figlio Divino,e la vergine purissima.V.MATTEO-1,18-Maria si era fidanzata con Giuseppe;ma prima che essi iniziassero a vivere insieme,si trovò che lei aveva concepito per opera dello Spirito Santo.
Il suo sposo Giuseppe,che era giusto e non voleva esporla al publico ludibrio,decisa di rimandarla in segreto.
Ora,quando aveva già preso una tale risoluzione,ecco che un Angelo del Signore gli apparve in sogno per dirgli:
"Giuseppe,figlio di Davide,non temere di prendere con te Maria,tua sposa:ciò che in lei è atato concepito è opera dello Spirito Santo.Darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù;egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati".
Quindi veniva sulla terra il Figlio di Dio.V.GIOVANNI-1,1-In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e Dio era il Verbo.Questi era in principio presso Dio.Tutto per mezzo di Lui fù fatto e senza di li non fu fatto asolutamente nulla
di ciò che è stato fatto.In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;1,9-Era la Luce vera,che illumina ogni uomo,quella che veniva nel mondo.1,14-E il Verbo si fece carne e dimorò fra noi e abbiamo visto la sua gloria,gloria come
di Unigenito dal Padre,pieno di grazia e verità.L.FILIPPESI-1,6-Cristo Gesù,pur essendo di natura divina,non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;ma spoglio se stesso,assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini,apparso in forma umana,umiliò se stesso facendoi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
L.COLOSSSESI-1,15-Gesu' è immagine del Dio invisibile,generato prima di ogni creatura;poiché per mezzo di Lui sono state create tutte le cose,quelli nei cieli e qauelli sulla terra,quelli visibili e quelli invisibili:Troni,Dominazioni,
Principati e Potesta.Tutte le cose sono state create per mezo di Lui e in vista diLui.Eli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui.Egli è anche il capo del corpo,cioè della Chiesa.Egli è il principio,il primogenito di coloro che risuscitano dai morti,per ottenere il primato su tutte le cose.Perché piacque a Dio di fare abitare in Lui ogni pienezza e per mezzo di Lui riconciliare a se tutte le cose,rappacificando con il suo sangue della sua croce,cioè per mezzo di Lui,le cose
che stanno sulla terra e quelle nei cieli.V.LUCA-2,8-In quella stessa regione si trovavano dei pastori:vegliavano all'aperto e di notte facevano la guardia al loro gregge.L'Angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li
avvolse di luce:essi furono presi da grande spavento.Ma l'Angelo disse loro:"Non temete,perché,ecco,io vi annunzio una grande gioia per tutto il popolo:oggi,nella città di Davide,è nato per voi un Salvatore,che è il Messia,Signore.Questo
vi servirà da segno:troverete un bambino avvolto in fasce che giaceinunamangiatoia".
Subito si unì all'Angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio così:"Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini
che egli ama".

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GESU' INSEGNA ED AMA LA CASTITA'

Analisi di Martino Gerber e Giuliano Lattes, studiosi biblisti

In questi ultimi anni si stanno diffondendo false e cattive notizie riguardo Gesù,
romanzi e film lo dipingono come un peccatore, pieno di vizi e peccati d'ogni tipo,
ma non è il Gesù della religione cristiana, vero, storico ed autentico, si tratta
di Gesù inventati da persone atea, ignorante e blasfema, che non rispettano
la fede cistiana ed il prossimo credente.

Il vero Gesù dei Vangeli è Figlio di Dio, santissimo e purissimo, Maestro d'ogni virtu,
e amante della castità.

Vangelo secondo Matteo: 5, 27-32

Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio;

ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri,
piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.

E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri,
piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.

Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio;

ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
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Quindi ecco Gesù condanna come adulterio anche il solo guardare una donna con malizia.
Gesù non permette il divorzio tranne in caso di impudizia, e sposare una ivorziata è adulterio.
Questo lo ripete anche in un altro passo nel V.Matteo.

Vangelo secondo Matteo: 19, 3-9

Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?".

Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse:

Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola?

Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi".

Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?".

Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così.

Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio".

A questi versetti segue il passo dove Gesù ci consiglia la verginità, come più idonea per il regno dei cieli.

Vangelo secondo Matteo: 19, 10-12

Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi".

Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso.

Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini,
e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca".
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La prsona vergine è più simile agli Angeli, quindi più vicina alla salvezza ed il regno dei cieli.
Infatti nel regno dei cieli i risorti saranno come gli Angeli,vediamo che al tempo di Gesù circolavano diversi insegnamenti riguardo
i risorti, molti rabbini insegnavano che i risorti avrebbero avuto una vita simile a quella terrena.
Ora i sadducei che negavano la risurrezione, avevano trovato un idea per cogliere in fallo Gesù,
ma il divino Maestro risponde facendo chiarezza per tutti.

Vangelo secondo Matteo: 22, 23-33

In quello stesso giorno vennero a lui dei sadducei, i quali affermano che non c'è risurrezione, e lo interrogarono:

"Maestro, Mosè ha detto: Se qualcuno muore senza figli, il fratello ne sposerà la vedova e così susciterà una discendenza al suo fratello.

Ora, c'erano tra noi sette fratelli; il primo appena sposato morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello.

Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo.

Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna.

Alla risurrezione, di quale dei sette essa sarà moglie? Poiché tutti l'hanno avuta".

E Gesù rispose loro: "Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture né la potenza di Dio.

Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo.

Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio:

Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi".

Udendo ciò, la folla era sbalordita per la sua dottrina.


Citazioni Bibbia Cei


http://sites.google.com/site/lesacrescritture/

http://sites.google.com/site/lesacrescritture/Home/gesu-il-verbo-di-dio-purissimo-e-santissimo

lunedì 21 giugno 2010

IL GLORIOSO RITORNO DEL SIGNORE GESU' ALLA FINE DEI TEMPI DAL NUOVO TESTAMENTO


IL GLORIOSO RITORNO DEL SIGNORE GESU' ALLA FINE DEI TEMPI DAL NUOVO TESTAMENTO




Analisi di Martino Gerber e Giuliano Lattes, studiosi biblisti.

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IL GLORIOSO RITORNO DEL SIGNORE GESU' ALLA FINE DEI TEMPI DAL VANGELO DI SAN MATTEO


Gesù insegnava ai suoi discepoli riguardo la sua seconda venuta alla fine dei tempi, vediamo molte citazioni
nel Vangelo secondo San Matteo:



MATTEO: 7, 21-23

[21] Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
[22] Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?

[23] Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.

MATTEO: 10, 23

[23] Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo.


MATTEO: 13, 40-43


[40] Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.

[41] Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità

[42] e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti.

[43] Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!


MATTEO: 16, 26-27


[26] Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?

[27] Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni.


MATTEO: 24, 23-31


[23] Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: È là, non ci credete.

[24] Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti.

[25] Ecco, io ve l'ho predetto.

[26] Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: È in casa, non ci credete.

[27] Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo.

[28] Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi.

[29] Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.

[30] Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria.

[31] Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli.

MATTEO: 25, 31-33

[31] Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.

[32] E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,

[33] e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.



MATTEO: 26, 63-64
[63] Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: "Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio".

[64] "Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico:
d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra di Dio,
e venire sulle nubi del cielo".

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Gesù tornerà fisicamente alle fine dei tempi, ma spiritualmente è sempre con noi:

MATTEO: 28, 16-20

[16] Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.

[17] Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano.

[18] E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.

[19] Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo,

[20] insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".

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IL GLORIOSO RITORNO DEL SIGNORE GESU' ALLA FINE DEI TEMPI SECONDO SAN MARCO


Gesù prima della sua passione rivela ai suoi apostoli i tempi finali e il suo glorioso ritorno:

MARCO: 13, 1-37

[1] Mentre usciva dal tempio, un discepolo gli disse: "Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!".

[2] Gesù gli rispose: "Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta".

[3] Mentre era seduto sul monte degli Ulivi, di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte:

[4] "Dicci, quando accadrà questo, e quale sarà il segno che tutte queste cose staranno per compiersi?".

[5] Gesù si mise a dire loro: "Guardate che nessuno v'inganni!

[6] Molti verranno in mio nome, dicendo: "Sono io", e inganneranno molti.

[7] E quando sentirete parlare di guerre, non allarmatevi; bisogna infatti che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine.

[8] Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti sulla terra e vi saranno carestie. Questo sarà il principio dei dolori.

[9] Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per render testimonianza davanti a loro.

[10] Ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti.

[11] E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell'ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo.

[12] Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio e i figli insorgeranno contro i genitori e li metteranno a morte.

[13] Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.

[14] Quando vedrete l'abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti;

[15] chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa;

[16] chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello.

[17] Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni!

[18] Pregate che ciò non accada d'inverno;

[19] perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall'inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà.

[20] Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni.

[21] Allora, dunque, se qualcuno vi dirà: "Ecco, il Cristo è qui, ecco è là", non ci credete;

[22] perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.

[23] Voi però state attenti! Io vi ho predetto tutto.

[24] In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà
e la luna non darà più il suo splendore

[25] e gli astri si metteranno a cadere dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

[26] Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.

[27] Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.

[28] Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina;

[29] così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte.

[30] In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute.

[31] Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

[32] Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre.

[33] State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.

[34] È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.

[35] Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino,

[36] perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati.

[37] Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!".


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Quindi un giorno verrà la fine di questo mondo, ci saranno distruzioni e tribolazioni,
e verrà Gesù a giudicare tutti gli uomini e a salvare gli eletti.

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IL GLORIOSO RITORNO DEL SIGNORE GESU' ALLA FINE DEI TEMPI SECONDO SAN LUCA



Il ritorno di Gesù alla fine dei tempi, la sua seconda venutà, ultimamente per opera di persone ignoranti,
falsi cristiani ed agnostici, che scrivono romanzi o fanno film, fantasiosi e blasfemi, avverrebbe tramite
una specie di reincarnazione, con la nascità di un bambino,o l'incarnazione dello spirito di Gesù in un uomo, un nuovo Cristo.
Niente di più falso e blasfemo, poiché le Sacre Scritture, ci rivelano chiaramente riguardo come avverrà il glorioso
ritorno del Signore Gesù.

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Prima di tutto Gesù esiste, è vivo, quando è risorto dalla morte, non era un fantasma, ma aveva un corpo fisico insieme a quello
spirituale:

LUCA: 24, 36-43

[36] Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!".

[37] Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.

[38] Ma egli disse: "Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?

[39] Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho".

[40] Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.

[41] Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da mangiare?".

[42] Gli offrirono una porzione di pesce arrostito;

[43] egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

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Gesù da risorto rimane con i suoi apostoli per quaranta giorni:

ATTI: 1, 3

[3] Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio.

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Passati questi quaranta giorni, Gesù ascende al cielo:

LUCA: 24, 50-53

[50] Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse.

[51] Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo.

[52] Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia;

[53] e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

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Gesù ascende al cielo, e da li verrà alla fine dei tempi, proprio Lui:

ATTI: 1, 9-12

[9] Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo.

[10] E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero:

[11] "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo".

[12] Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.

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Gesù è l'unico Cristo, l'unico Salvatore, l'Unigenito Figlio di Dio, e vive e regna in etetrno:

LUCA: 1, 30-33


[30] L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.

[31] Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.

[32] Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre

[33] e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".

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Gesù è stato condannato a morte per avere rivelato la sua vera identità:

LUCA: 22, 67-69

[67] "Se tu sei il Cristo, diccelo". Gesù rispose: "Anche se ve lo dico, non mi crederete;

[68] se vi interrogo, non mi risponderete.

[69] Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio".

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Gesù ci ha avvertiti riguardo ai falsi cristi:

LUCA: 17, 20-25


[20] Interrogato dai farisei: "Quando verrà il regno di Dio?", rispose:

[21] "Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!".

[22] Disse ancora ai discepoli: "Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete.

[23] Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli.

[24] Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno.

[25] Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione.

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Il ritorno di Gesù averrà solo alla fine dei tempi, accompagnato da fenomeni terrificanti e catastrofici:

LUCA: 21: 25-28

[25] Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti,

[26] mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.

[27] Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.

[28] Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina".

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Concludendo, Gesù vive in eterno, spiritualmente è sempre con noi, fisicamente tornerà solo alla fine dei tempi come Giudice Universale.

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IL GLORIOSO RITORNO DEL SIGNORE GESU' ALLA FINE DEI TEMPI SECONDO SAN GIOVANNI


Nel Vangelo secondo San Giovanni si parla del glorioso ritorno del Signore Gesù,
ma quello che viene eccentuato è la divinità di Gesù, si parla della sua preesistenza,
della sua discesa dal cielo, del suo ritorno al padre.

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GESU' PREESISTEVA

GIOVANNI: 1, 1-3


[1] In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.

[2] Egli era in principio presso Dio:

[3] tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste.

GIOVANNI: 8, 57-58

[57] Gli dissero allora i Giudei: "Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?".

[58] Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono".


GIOVANNI: 17, 4-5

[4] Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare.

[5] E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.


GIOVANNI: 17, 24

[24] Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria,
quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.

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GESU' DISCESO DAL CIELO

GIOVANNI: 1, 9-10


[9] Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.

[10] Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.


GIOVANNI: 3, 13

[13] Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo.

GIOVANNI: 3, 31

[31] Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra.
Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti.

GIOVANNI: 6, 32-38

[32] Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero;

[33] il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo".

[34] Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane".

[35] Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.

[36] Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete.

[37] Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò,

[38] perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.


GIOVANNI: 6, 48-51


[48] Io sono il pane della vita.
[49] I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;

[50] questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.

[51] Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".

GIOVANNI: 6, 62-63

[62] E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?

[63] È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.


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GESU' SALE AL PADRE

GIOVANNI: 33-34

[33] Gesù disse: "Per poco tempo ancora rimango con voi, poi vado da colui che mi ha mandato.

[34] Voi mi cercherete, e non mi troverete; e dove sono io, voi non potrete venire".

GIOVANNI: 8, 21-24

[21] Di nuovo Gesù disse loro: "Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire".

[22] Dicevano allora i Giudei: "Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?".

[23] E diceva loro: "Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.

[24] Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati".


GIOVANNI: 13, 33

[33] Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.


GOVANNI: 13, 36

[36] Simon Pietro gli dice: "Signore, dove vai?". Gli rispose Gesù: "Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi".

GIOVANNI: 14, 1-3

[1] "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.

[2] Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto;

[3] quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.


GIOVANNI: 16, 5-7

[5] Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai?

[6] Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore.

[7] Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore;
ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò.

GIOVANNI: 16, 16-17

[16] Ancora un poco e non mi vedrete; un pò ancora e mi vedrete".

[17] Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: "Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete,
e un pò ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?".

GIOVANNI: 17, 9-13

[9] Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi.

[10] Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro.

[11] Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato,
perché siano una cosa sola, come noi.

[12] Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto,
tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura.

[13] Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia.

GIOVANNI: 20, 16-18

[16] Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro!

[17] Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro:
Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro".

[18] Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.


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GESU' E' SEMPRE CON NOI

GIOVANNI: 14, 18-24

[18] Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi.

[19] Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.

[20] In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi.

[21] Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui".

[22] Gli disse Giuda, non l'Iscariota: "Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?".

[23] Gli rispose Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.

[24] Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.


GIOVANNI: 14, 28-29

[28] Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.

[29] Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.


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GESU' TORNERA' SULLA TERRA

GIOVANNI: 21, 20-24
[20] Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato:
"Signore, chi è che ti tradisce?".

[21] Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: "Signore, e lui?".

[22] Gesù gli rispose: "Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi".

[23] Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto,
ma: "Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?".

[24] Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

GIOVANNI: 5, 19-29


[19] Gesù riprese a parlare e disse: "In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa.

[20] Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati.
[21] Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole;

[22] il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio,

[23] perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.

[24] In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.

[25] In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno.

[26] Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso;

[27] e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo.

[28] Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno:

[29] quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.


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Vediamo che il Vangelo di Giovanni è diverso dai Vangeli Sinottici, anche se la storia è la stessa,
è un Vangelo più spirituale, che completa i racconti dei Sinottici.
Anche il Vangelo di Giovanni parla del ritorno glorioso del Signore Gesù.

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IL GLORIOSO RITORNO DEL SIGNORE GESU' ALLA FINE DEI TEMPI SECONDO SAN PAOLO



San Paolo, nelle sue lettere ci parla dei tempi finali, dell' anti-cristo, del glorioso ritorno del Signore Gesù, e della risurrezione dei morti.
Quello che troviamo scritto nelle lettere paoline è l'insegnamento che davano gli Apostoli ai fedeli cristiani nei primi tempi,
quindi le lettere paoline hanno grande valore storico.
Vediamo che grande era l'attesa per il ritorno di Gesù e la realizzazione del Regno dei Cieli.

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1 TESSALONICESI: 4, 13-17

[13] Non vogliamo poi lasciarvi nell'ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza.

[14] Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui.

[15] Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti.

[16] Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo;

[17] quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore.

[18] Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.

2TESSALONICESI: 2, 1-14

[1] Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui,

[2] di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente.

[3] Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione,

[4] colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio.

[5] Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose?

[6] E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora.

[7] Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene.

[8] Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo,

[9] la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri,

[10] e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi.

[11] E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna

[12] e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità.

[13] Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza,
attraverso l'opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità,

[14] chiamandovi a questo con il nostro vangelo, per il possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

1 CORINZI: 15, 1-30

[1] Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi,

[2] e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano!

[3] Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture,

[4] fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture,

[5] e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.

[6] In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti.

[7] Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli.

[8] Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.

[9] Io infatti sono l'infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.

[10] Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.

[11] Pertanto, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

[12] Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti?

[13] Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato!

[14] Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.

[15] Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono.

[16] Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto;

[17] ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati.

[18] E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.

[19] Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini.

[20] Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti.

[21] Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti;

[22] e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo.

[23] Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo;

[24] poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza.

[25] Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.

[26] L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte,

[27] perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. Però quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa.

[28] E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

[29] Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i morti? Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per loro?

[30] E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente?






1 CORINZI: 15, 51-55

51] Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati,

[52] in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati.

[53] È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.

[54] Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
[55] Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?

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Citazioni Bibbia

http://www.vatican.va/archive/ITA0001/_INDEX.HTM


http://sites.google.com/site/lesacrescritture/



http://sites.google.com/site/lesacrescritture/Home/il-glorioso-ritorno-del-signore-gesu-alla-fine-dei-tempi-dal-nuovo-testamento